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22 luglio

22 luglio, tra una settimana sarò a casa. Oggi i pescatori sono potuti uscire.

Ieri sera a cena, divertente chiacchierata con Puja, con la curiosa sensazione di guardarsi – al netto delle ovvie differenze – allo specchio. Anche lei è mobile, curiosa, comunicativa, incline a cadere nel cibo e a vagare un po’, positiva, anche lei ha sposato una persona quadrata che non è qui e ha un solo figlio… Curioso trovare tante similitudini con una donna (differenza di genere), indiana (differenza etnica), ingegnere (differenza di formazione), Hindi (differenza di culto), emigrata in USA (differente esperienza: io vivo a tre chilometri da dove sono nato). Tutto questo per dire che le differenze per cui si è ucciso, combattuto, si sono perpetrate atrocità e ingiustizie le più varie, sono aria fritta. Che se una persona in apparenza lontana mille anni luce da te può somigliarti più del tuo dirimpettaio, allora le costruzioni sociali sono vili gabbie, utili solo a consentire il vantaggio di pochi a danno di molti, o di alcuni a vantaggio di altri.

Mi trovo a guardare i video di quel “ferraccio (milanese) anni ‘80” di Roberto Parodi, e mi fa venire voglia di comprarmi una Harley Road King: 46 is the new 25, evidentemente.

Oggi durante i trattamenti ero in una specie di ascesi.

Pranzo con Eva ed Elena, due ragazze ferraresi molto simpatiche in difficoltà con la lingua inglese; ora non sono più il solo italiano qui. Sono insegnanti, una della scuola primaria – con interessanti progetti educativi legati alla motricità – e l’altra del nido, e di yoga. È bello scoprire di condividere col prossimo – ognuno nel suo modo – quell’inquietudine sana e capace di innescare un movimento come quello che ci ha portati qui. Questo non è il villaggio Valtur, anche se a tratti gli somiglia, chi viene qui sta lottando contro qualcosa, o sente di doverlo mettere in prospettiva. Siamo cercatori. Le aiuto a mettersi a proprio agio, mi sembrano rassicurate; ridiamo, in particolare dei nostri difetti.

Pomeriggio rilassato di correzione di bozze. Vado avanti di buona lena, ora lavoro sull’impaginazione, poi passerò ai testi. Mi emoziona il pensiero di vedere che faccia avrà il mio libro una volta terminato il lavoro, e mi fa piacere la collaborazione con persone qualificate su un testo che mi è costato tanta fatica ed è il frutto che sta venendo a maturazione di una mia idea un po’ ambiziosa e bislacca.

In luglio – mese dell’ayurveda – qui preparano una zuppa speciale, una sorta di pappetta brodosa di riso spezzato, lenticchie e erbe. In questi giorni capita che me la propinino come sostituto del pasto, ad esempio oggi a pranzo. Oggi pomeriggio sensazione di fame prolungata, come non mi capitava credo dagli anni ‘80. Normalmente, quando mi viene fame – cosa rara, giacché generalmente la prevengo – entro 40/45 secondi mi infilo in una pizzeria al taglio, a costo di gettarmi da un treno in corsa. Credo che il senso della vicenda sia che si può sopravvivere alla sensazione di appetito, ma non ne sono tanto sicuro.

Umidità al 90% (per dare un parametro, a Roma oggi è al 36%), avevo un pacchetto di gomme che a vederle ora sembra che si siano masticate da sole. In realtà, a parte l’umidiccio sui vestiti e i letti, non è un gran fastidio perché le temperature sono ottimali, dai 24 ai 28 gradi. Se le temperature del Kerala fossero simili a quelle del resto dell’India – o anche dell’Italia – con questa umidità sarebbe un inferno.

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