Giovedì 18 luglio
Il distacco ha un che di sensato: stai con te, con il tuo corpo, con i tuoi pensieri e sentimenti, vivi qualcosa da riportare a casa. Tutto vero, ma in certi momenti la mancanza si può toccare. Credo che il punto da mettere a frutto si proprio questo, il valore che alcune privazioni possono avere. Qui poi la vita di fatto è monastica, quindi al distacco si aggiunge una sorta di ascesi. Sta a vedere che divento un bodhisattva.
Ora piove e la Wi-Fi va e viene. La notte sarà lunga. Per tenere il rumore del fiume di pioggia monsonica fuori dalla mia stanza, capisco tardi di dover chiudere le imposte. Mi addormento tardi e mi sveglio tardi. Addio meditation e pure colazione, per oggi. Incredibilmente non ho fame.
D’altro canto, ho quasi finito il mio libro sulla Radio e sono pronto per ricominciare a scrivere le mie cose. E forse ho trovato la sigla iniziale del mio nuovo programma.
Devo rivedere alcune mie convinzioni sul web-ragazzino dell’altro giorno. Ho notato che mostrarle contenuti divertenti è l’unico modo per togliere la tristezza alla mamma. Sono russi, non francesi. E poi c’è una nonna, probabilmente quella che paga per vedere la figlia e il nipote assorti nei rispettivi cellulari al suo cospetto. A casa nostra, aumenterà il rigore della regola di non portare telefoni a tavola.
C’è poi un’altra signora, difficile da collocare. Sembra parlare russo, ha una voce acuta e modi marcatamente femminili. È una bellezza che sfiorisce, è sola ma prova in tutti i modi a non smettere mai di parlare, comunicare, mandare messaggi, e forse proprio per questo è sola. Sembra che non sopporti di rimanere in propria compagnia, che per acquisire validità i suoi pensieri debbano essere per forza comunicati a terzi. Talvolta copre il capo con un velo, alla maniera indiana. Strizza gli occhi per leggere, come me, probabilmente è anche lei nel “lato sbagliato” dei quaranta, come ho sentito dire una volta. E poi ci sono le mie amiche di meditazione Tanja, una scrittrice e insegnante di yoga svizzero-tedesca di origine italiana e Puja, californiana di origine indiana, project manager nel settore dell’information technology, uno dei famosi cervelli indiani assorbiti da Silicon Valley e dintorni. Tutti e tre abbiamo moglie e mariti a casa, chiacchieriamo piacevolmente ma ai pasti continuiamo a sedere ciascuno al proprio tavolo.
Oggi la zuppa di pomodoro era buonissima, come sempre ho chiesto cosa ci mettono e come sempre mi hanno promesso la ricetta rilegata in pelle di cobra reale, e poi niente. Comunque si aprono nuove frontiere.
Dopo una bella giornata, ora diluvia. Io correggo bozze e ascolto canzoni che parlano di pioggia. Travis, Prince, The Wearher Girls…
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